Sei “falle”
su 29, dove 29 è il numero di Paesi dove opera Vodafone, il colosso della
telefonia mobile. In 6 di questi però i governi hanno libero accesso alle
telefonate dei clienti. Così, senza bisogno di un’autorizzazione da parte della
compagnia o della magistratura, di un qualsiasi motivo per giustificare una
simile interferenza,
che poi in
realtà è una totale violazione della privacy. A rivelare la notizia è stata la
stessa Vodafone, che però ha preferito mantenere il segreto sui nomi dei 6
Paesi in questione.
Tra i 29,
ovviamente, c’è anche l’Italia. Che però in materia di accesso alle
comunicazioni ha leggi molto dettagliate e severe, almeno sulla carta: da noi
le richieste ufficiali di accesso ai tabulati solo nel 2013, e solo per utenze
Vodafone, sono state oltre 600mila. Per fare un paragone, in Francia soltanto
3, sempre nel 2013 (la tabella è stata pubblicata oggi dal quotidiano inglese
The Guardian). Ma allora, quali sono questi 6 Paesi? I sospetti sono puntati su
quelle nazioni dove la legge vieta in modo netto non l’intercettazione, ma la
rivelazione del numero di intercettazioni e il modo in cui vengono svolte. Come
dire, divieto di divulgazione di queste notizie ai cittadini: quello che
succede nella realtà non vi riguarda. I Paesi dove è in vigore questa norma
sono 9: Albania, Ungheria, Malta, Turchia e Romania in Europa. Poi Egitto,
India, Qatar e Sudafrica.
Il capo del
team di avvocati di Vodafone ha spiegato che per le intercettazioni in questi
paesi esiste una rete di cavi parallela a quella della compagnia, dove passano
tutti i dati. “Noi chiediamo di fermare questo modello di accesso diretto alle
telefonate, che secondo noi possono avvenire soltanto per motivi dettati da
un’indagine giudiziaria” – ha dichiarato il legale al Guardian.
di redazione
Thiene on line

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